438 giorni (2022) by Jonathan Franklin

438 giorni (2022) by Jonathan Franklin

autore:Jonathan Franklin [Franklin, Jonathan]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2024-04-24T00:00:00+00:00


1° maggio 2013

Posizione: circa 6000 km al largo del Messico

N 4° 59’ 37.48” O 147° 40’ 58.74”

Giorno 165

La mezzanotte era passata da un pezzo quando Alvarenga sognò di venire salvato. Prima udì la musica. Poi l’eco di voci umane e una cacofonia di rumori – motori, macchine e un brusio di conversazioni. Sembrava una festa. Era sicuro di essere approdato. “Sono salvo. Sono libero!” si disse, convinto che le sue sofferenze fossero finite.

Sgusciò fuori dalla ghiacciaia e fu accecato da lampi di luce. La musica pompava al massimo, come in una discoteca affollata. Era confuso. La festa si stava muovendo. La musica e le luci si allontanavano scivolando sulla superficie piatta del mare. Fissò la scena incredulo. Era una nave da crociera? Uno yacht?

«Ayuuuuuda! Ayuuuuuda!» urlò. Balzò in piedi, picchiò l’elica contro la fiancata e batté i piedi per farsi sentire, ma nessuno rispose alle sue grida disperate. Scoppiò in lacrime. «Era la mia occasione di salvezza. L’avevo aspettata così a lungo e me l’ero lasciata sfuggire.»

Mentre i rumori della festa si smorzavano, vide svanire le sue speranze di iniziare una nuova vita. Non sapeva se più avanti ci fossero delle isole, ma dopo quasi sei cicli lunari completi, quell’incontro ravvicinato l’aveva scoraggiato a tal punto da indurlo ad arrendersi. Era stata un’avventura fantastica, si disse. Era sopravvissuto per quasi sei mesi alla fame, alla sete, alle tempeste e alla morte del compagno, ma adesso aveva esaurito l’energia.

«Guardai gli squali girare in tondo intorno alla barca e fui tentato di tuffarmi in acqua. Potevo diventare la loro cena. Gettai in mare gli scarti degli uccelli e gli squali si precipitarono a banchettare. Sembrava aspettassero solo che mi tuffassi. Mi avrebbero divorato ancora prima di toccare la superficie dell’acqua. Non avrei nemmeno fatto in tempo a respirare. Mi avrebbero strappato la carne dalle ossa come piraña. “Posso farla finita adesso” pensai. Avevo già sofferto abbastanza. Non sopportavo più la solitudine.» Poi però desistette dai suoi propositi suicidi, rendendosi conto che la morte non si sarebbe comunque fatta attendere a lungo.

Il desiderio di rivedere la figlia Fatima, ormai tredicenne, gli diede la forza per continuare a lottare.

«Cominciai a pensare a lei per giorni interi. “Come sarà adesso?” pensavo. “Morirò senza vederla di nuovo anche solo per un momento?” Ho pianto così tanto. Sognavo che mi chiamava urlando “Papi!”, e quella visione mi riempiva di gioia.»

La rinata volontà di vivere fu accompagnata dal bisogno di un radicale cambio di scenario: decise di abbandonare il Titanic e proseguire il viaggio nella confortevole ghiacciaia, che si sarebbe mossa più velocemente. Poteva raccogliere l’acqua piovana e legare qualche uccello sul tetto. Alla fine però prevalse il buonsenso e riconobbe la natura suicida di quel piano. Decise invece di allargare il suo mondo tenendo le gambe a cavalcioni fuori dalla barca. Ma l’acqua brulicava di squali.

«Uno saltò oltre il bordo e si strofinò contro il fondo della barca. Gli dissi che non mi sarei lasciato mangiare e gli diedi una mazzata sul muso, ma quello non si diede per vinto.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.